giovedì 20 giugno 2013

GIAR, RABBIT AND SLOTH

LESSON NUMBER ONE
Mai tradurre letteralmente dall'italiano all'inglese, perche' talvolta le tue affermazioni potrebbero risultare alquanto inadeguate alla circostanza nella quale ci si trova.

Oggi vi raccontero' tre differenti storie che per protagonisti hanno il cambio di un auto, un coniglietto e un bradipo.

STORY NUMBER ONE
Fu' cosi' che Kurt inizio' a prendermi in giro, per la mia guida, non di certo spericolata!
Mi piace pero' tirare le marce.
C'e' anche da specificare che, lo ute che abbiamo in dotazione al posto dei cavalli ha un bella mandria di asinelli, che di correre proprio non ne ha voglia!
Ed ogni volta che Kurt sente lo ute arrivare, capisce immediatamente chi c'e' alla guida!
Un giorno gli dissi: “Kurt I like to pull the giar”, e come credo tutti abbiate capito, intendevo dire: “Kurt mi piace tirare le marce”.
La sua reazione fu' una bella risata a crepa-pelle, perche' in inglese “giar” non vuole solo significare cambio o ingranaggio, ma anche “l'attrezzo” che gli uomini hanno in mezzo alle gambe!
Insomma, la mia e' di certo un'affermazione da non fare, specialmente se si e' in un luogo affollatto da uomini.
Il verbo corretto e': to rev up the engine, ovvero.... Mandare su il motore.

STORY NUMBER TWO
Questa volta la protagonista “incompresa” della storia e' Sara.
La sera prima della sua partenza avevamo invitato Kurt e Chantal nella nostra casetta, per bere qualcosa tutti insieme.
Fu' cosi' che si fini' a parlare di Giacomo.
L'affermazione che Sara tiro' fuori fu': “Giacomo is like a rabbit”.
Kurt guardandola di sottecchi le domanda: “e tu come fai a saperlo?”
Non so che cosa voi possiate aver capito dall'affermazione di Sara, ma lei intendeva dire che, Giacomo aveva paura come un coniglietto.
Be'... Anche qui c'e' la fregatura, perche' se in inglese dici ad una persona che e' come un coniglio significa che ci “da dentro” come un coniglio. ;)

STORY NUMBER THREE
Sempre la stessa sera, e sempre parlando di Giacomo, diciamo a Kurt che: “he is like a sloth”, ovvero e' come un bradipo, indicando la sua lentezza. (In realta' non e' per niente vero, lo prendavamo in giro sul fatto che fosse un bradipo, perche' la velocita' costante che teneva nel guidare l'harvester machine era di 1 km/h).
Ed anche questa volta Kurt ci guarda con una faccia che voleva dire: “esattamente che cosa intendete?”
Sapete il perche'?
Se in italiano dire ad una persona che e' come un bradipo indica la sua lentezza, in inglese significa che sulla schiena ha un sacco di peli che gli crescono verso l'alto, proprio come i bradipi.

sabato 15 giugno 2013

UNO SPORCO LAVORO

PREMESSA: 
Anche in una stanza completamente vuota e senza finestre, sarei in grado di mettermi in pericolo.

Detto cio', posso raccontarvi i “pericoli” che si corrono in una farm di olive.
Essere investiti o schiacciati da una gigantesca macchina raccogli-olive, non e' nulla a confronto di cio' che rischiamo io e Sara, lavorando come rastrellatrici dietro di essa!
E si, perche', come qualcuno diceva (o cantava) “e' uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare”.
Diciamo che non ti rotoli nel fango, ma, ringraziando il nostro caro amico Piero, talvolta ci tocca camminare sui residui che arrivano dalla factory (piu' comunemente chiamati pappa d'olive) e che lui si diverte a spargere per la piantagione nella speranza di concimare le piante!
E secondo voi quali concima?!
Ovviamente quelle a cui la harvest dobbiamo ancora farla!!!! :)
E quando non ci sono i residui di olive, c'e' la polvere e se non c'e' la polvere significa che piove e se piove vuol dire che dobbiamo rastrellare sotto la pioggia, indossando i rain-coats che ci fanno sembrare due omini michelines, limitandoci nei movimenti, che gia' normalmente paiono somigliare a quelli di due bradipi.
Il lavoro da rastrellatrice, diventa una partita di soft-air, quando le olive si trasformano in proiettili, colpendoci su faccia, collo, dita, braccia e gambe.
Per non parlare dei nostri stinchi, che sono viola dai lividi causati da botte varie.
Fortunatamente siamo nella stagione invernale e questo ci permette di non dover sfoggiare le gambe.
Indossiamo un capellino, per proteggere i capelli da polvere ed ingranaggi nei quali potrebbero “impigliarsi”, anche se... Un elmetto farebbe proprio al caso nostro, visto che i rami decidono che il momento piu' opportuno di cadere e' proprio quello in cui una di noi due ci passa sotto.
Camminare dietro Goliath diventa una corsa ad ostacoli quando devi scavalcare rami di taglia superiore alla tua o saltare buche che paiono voragini e se non le vedi rischi al massimo una storta ed un male alla caviglia che ti porterai dietro per qualche giorno.
Piu' la pausa pranzo si avvicina, piu' la fame cresce, pur facendo svariete pause merenda nel corso della mattinata.
Cosi', gia' alle dieci, ci ritroviamo a discutere su che cosa si potrebbe cucinare per pranzo.
Capisci che la situazione sta peggiorando quando le olive si trasformano in broccoli, le foglie in peperoni ed i rami in salsiccia.
Che dire di Giacomo?! Il nostro caro amico driver.
Probabilmente non ha ancora capito che davanti alle telecamere non tentiamo di giocare al gioco dei mimi, ma cerchiamo semplicemente di comunicare con lui.
Eh si mia cara amica-compagna di viaggio-socia-rastrellatrice SARA... E' uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare... E lavorare con te e' stato uno spasso!







mercoledì 12 giugno 2013

I RAGAZZI DELLA OLIVAYELLE FARM



Tutto ha inizio da qui, dal gate che porta alla Olivaylle Farm.
Una farm lontana, nell'outback dell'Australia, dove e' la natura a fare da padrona.
Il primo centro abitato, composto da due casette e qualche negozietto, dista sessanta chilometri di distanza.
Ed e' proprio in luoghi come questo che ti rendi conto di che cosa significhi la parola “distanza”.
80.000 piante di ulivi ed una piccola factory per la produzione dell'olio dominano le colline circostanti.
Il resto e' tutto deserto!


Le distese sono infinite, come il cielo che ci sovrasta.
I colori sono sempre diversi, regalando stupore ad ogni nuova tonalita' di luce.
Le nuvole che sono di passaggio, ci donano un'alba ed un tramonto, dal colore rosso fuoco, come la luna che silenziosa sale nell'oscurita' del cielo, per illuminare cio' che di giorno e' colorato dal sole!
Cinque ragazzi sono stati arruolati per il raccolto 2013, catapultati da grandi citta' come Sydney e Melbourne, alla quasi inesistente Telopea Downs.


Ricordo che quando dissi a mio padre che sarei andata a raccogliere olive, lui mi rispose che sarebbe stato un lavoro duro e che la mia schiena ne avrebbe sofferto, pensando che venissero raccolte con reti e rastrelli!
Niente reti, caro babbo, ma una macchina dal peso di 22 tonnellate ed un costo di 900.000 dollari, le raccoglie per noi, scuotendo gli alberi, come fossero un cocktail.


Il suo nome e' Goliath 2, da tutti noi soprannominata “Golia”, guidata da Giacomo.
Non viene richiesto un patentino speciale per condurla, al contrario, ne servirebbe uno per guidare il muletto alla factory!
Due rastrellatrici, armate, ovviamente, di rastrello, le stanno dietro, cercando di togliere il maggior numero di rami e foglie che si fermano sulle cinture e tra i rulli.
Giacomo le tiene "d'occhio", da telecamere posizionate qua e la per l'harvester machine... Ovviamente.. Quando si ricorda di guardarle.


Cosi', a volte, passiamo mezz'ora a gesticolare davanti ad esse, prima che Giacomo si accorga che vogliamo dirgli qualcosa.
Finisce che, si fa mooolto prima, a raggiungere la cabina del driver, e dirgli cosa si sarebbe voluto dire gesticolando "mezz'ora" davanti alle telecamere!
Considerate che, Golia tiene una velocita' costante che va dai 0.9 ai 1.2 km/h, insomma.. Anche un bambino che ha appena iniziato a camminare sarebbe in grado di superarla!
Un trattore che viaggia nella fila parallela, raduna tutte le olive raccolte in un grande cassone, per poi essere trasportate alla factory, dove verranno processate.
Ad attenderle ci saranno Piero e Luca, a volte impazienti, nell'aspettare il prossimo carico!
La factory, ai nostri occhi, appare come un grande giocattolo, con macchinari costosi ed un profumo d'olio che fa da profumatore d'ambiente!


Non siamo i ragazzi della via Gluck, come cantava Adriano, ma i ragazzi della OLIVAYELLE FARM.