giovedì 20 novembre 2014

Un working holiday visa e 465 giorni

A quattro settimane dalla mia prossima partenza, inizia un nuovo count down.

Due mesi ed un giorno fa atterravo a Sydney.
Era mattina e l'Australia mi aveva accolta con un sunrise da mozzare il fiato.
Il rosso del cielo sembrava riversarsi come lava incandescene sulla terra scura, ancora addormentata.
Non avevo il posto accanto al finestrino ed appena scorsi un pezzo di cielo, iniziai a fremere per assaporarne piu´che potevo.
A due mesi di distanza, rieccomi qui, con un nuovo post e tante cose da raccontare.
Nuova Zelanda. Questa sara´ la mia prossima tappa.
Una terra ancora piu' lontana, che ora dista 12 ore dall'Italia.
Il 15 dicembre, intorno a mezzanotte, atterrero' a Christchuch.
Chistchurch e' la piu´grande citta' dell'isola del sud, con soli 300.000 abitanti.
Inizialmente la mia idea era quella di atterrare ad Auckland, dove avrei passato qualche giorno, per svolgere alcune commissioni di tipo burocratico e poi mi sarei spostata verso sud.
Successivamente ho pensato che tutti vanno ad Auckland ed io volevo qualcosa di diverso.
Dopo aver studiato la cartina neo zelandese ecco che la mia scelta ricade su questa piccola cittadina dallo stile britannico.
Non sapendo quanto mi sarei fermata in citta', avevo deciso di prenotare un letto in un grazioso ostello nei sobborghi della citta'.
Successivamente scopro che lo stesso ostello che avevo prenotato ha bisogno di helpers.
L'helper o wwoofer e' quella persona che lavora 4\5 ore al giorno in cambio di vitto e alloggio.
Mi informo, contattando direttamente la reception dell'ostello ed inviando il mio curriculum.
Sembro piacergli e lavorero' come helper per un intero mese, fino a meta' gennaio.
Avro' cosi l'opportunita' di sostare per il periodo natalizio a Christchuch e condividere il mese che verra' con tanti backpackers che, come me, sono in viaggio.



giovedì 25 settembre 2014

TERRA DI MEZZO

[...] penso che profumi di un odore che mi piacera' per sempre [...]
-venuto al mondo-


Una settimana fa, ero in viaggio. Una settimana dopo, eccomi a Sydney.
Mi sembra di rivedere me stessa camminare per le sue immense strade. Prendere il bus che mi portava a lavoro ed il treno che mi riportava a casa.
Eppure io non sono piu' la stessa persona di un anno fa, la stessa ragazza che passeggiava per darling harbour sulla via del ritorno.
Rientro a Sydney, dopo un lungo viaggio. 
La citta' di mezzo, che mi ha imprestato la sua pista per atterrare, per sostare, ristorare un po' per poi riprendere quota verso una terra ancora piu' lontana, che lo scorso anno mi aveva ospitata solo per cinque, immensi giorni. La Nuova Zelanda.

Fonte: google / Lago Pukaki

Mi Mancherai Tutta La Vita

[...] mi mancherai tutta la vita [...]
-venuto al mondo-

Una lacrima, una corsa, un libro, un abbraccio, un atterraggio scambiato per una forte turbolenza, gli occhi delle donne con il burka ad Istanbul, Diego a Bangkok, il signore canadese seduto accanto a me e lo stesso braccialetto di filo bianco ricevuto in dono in Tailandia, il cielo rosso dell'Australia, ed i controlli in aereoporto.. Fu' cosi' che inizio' la mia nuova avventura 'down under'.


Serena, la mia amica hostess conosciuta lungo il cammino di Santiago,
passo' a salutarmi in aereoporto e mi regalo' il piccolo principe.

domenica 10 agosto 2014

TORTA AL CIOCCOLATO O ALLA VANIGLIA?

[...] rimase a lungo seduta sui gradini, a guardare Molching. 
Non faceva nè caldo nè freddo, e la città era nitida e immobile [...]
-Storia di una ladra di libri-

Ci sono decisioni che prendiamo come se dovessimo scegliere di che gusto fare una torta. Al cioccolato o alla vaniglia? 
Che poi, ora che ci penso, credo di non aver mai mangiato una torta alla vaniglia.
Limone, fragola, formaggio, frutta, pan di spagna, panna, cioccolato, marmellata, margherita, ma vaniglia proprio no.
Mia sorella ama fare i dolci, io no.
Se devo essere del tutto sincera non amo particolarmente cucinare. Preferisco sedermi al tavolo e mangiare. Si, quello si, mangiare mi piace, ed ogni volta che torno a casa mangio sempre con più gusto, come se i sapori si fossero arricchiti di qualcosa di nuovo.
'Mica scema' voi direte. A chi non piacerebbe sedersi e mangiare. 
Non ci sarebbe nemmeno lo sbattimento del pensare a che cosa cucinare e come cucinarlo.
Pensate alle mamme di tutto il mondo, anche ai papà, perchè no?
Non ci fanno mai mancare il piatto pronto. Puntuali come un orologio svizzero.
'Ma come fanno?', mi chiedo io. Io che sono puntualmente in ritardo su tutti i fronti, anche quando si tratta di prendere un aereo.

Made by my sister :)

sabato 9 agosto 2014

IL CAMMINO DI SANTIAGO "diario di viaggio - parte seconda"

La Faba, 01/06/2014
[...] un'altra compagna di viaggio se ne va. Laura. E' stata una grande compagna di viaggio, incontrata anche lei, un po' per caso. Io e Melissa abbiamo camminato con Laura per otto giorni, vivendo tante, diverse storie ogni giorno in un luogo diverso.... Ogni mattina Laura ci ripeteva "non posso continuare a stare con voi". Lo diceva con tono scherzoso ed il sorriso sulle labbra...
Stamattina ho ritrovato una dei miei orecchini a forma di conchiglia, che avevo perduto più di una settimana fa. Era nel sacco lenzuolo. Spuntato così, all'improvviso....
Mentre ci avvicinavamo a Villafranca, inizio a canticchiare "follow the river", una canzone che avevamo ascoltato due sere prima, l'ultima serata passata con Laura.
Non riuscivo proprio a togliermela dalla testa. Ad un certo punto mi giro verso Melissa e le dico "questo è un segno". Per tutto il giorno non avevamo fatto altro che seguire il corso del fiume. Ci sarebbe stata anche la strada alternativa, che portava sul monte, ma, non avendola trovata, abbiamo proseguito per quella normale. Se avessimo preso l'alternativa non avremmo mai seguito il fiume.
Mi piace pensare che fosse un segno, lasciatoci da Laura [...]

Monte do Gozo, 06/06/2014 ore 22:40
[...] cinque chilometri mi separano da Santiago. Ancora non riesco a realizzarlo, eppure quest'avventura c'è stata, è esistita ed io sono stata la protagonista del mio cammino [...]

Santiago, 08/06/2014
[...] si, perchè alla fine ci sono arrivata anch'io. Sono a Santiago, mi sono ripetuta, quasi lo facessi per convincermi. Tante fotografie mi hanno scosso il cuore, perchè è stato lui a guidarmi lungo il mio cammino, dando forza a quella sofferenza, che lungo un pellegrinaggio è normale sentire e percepire. Talvolta, è proprio quella sofferenza a suggerirti di non mollare [...]

Negreira, 09/06/2014
[...] mi trovo di rotta verso Finisterre, ferma a Negreira. Sono partita questa mattina con Serena.. E così ci si avvicina al chilometro zero, alla fine del mondo. Ancora pochi giorni e poi raggiungerò l'oceano e la sua immensità [...]

Finisterre, 14/06/2014
[...] quando ho visto l'oceano ho pensato "dopo tutto, ce l'ho fatta". Novecento chilometri di avventura. Novecento chilometri di passi, compagni di viaggio, sguardi, gesti, felicità e sofferenza. Ieri mentre guardavo l'oceano ho pensato che ora per ognuno di noi sarebbe iniziato un nuovo cammino e questo mi ha spaventata. Così mi sono ricordata di quando dovevo partire e di quanta paura avessi. E' solo il primo passo quello che spaventa. Non potevo avere fine più perfetta. Si, non potevo e non volevo chiedere di più [...]

Finisterre (sunset)

mercoledì 6 agosto 2014

IL CAMMINO DI SANTIAGO "diario di viaggio - parte prima"

Hugo, 07/05/2014 ore 17:00
[...] è iniziato il mio cammino di Santiago. Ora mi trovo a Hugo [...]

Roncisvalle, 08/05/2014 ore 17:06
[...] non nascondo la stanchezza per i tanti chilometri a piedi, però, i paesaggi visti e la strada fatta la ripagano. Mi sembra di essere in viaggio da molto più tempo invece, è solo il terzo giorno [...]

Larrasoana, 09/05/2014 ore 18:00
[...] è tutto molto affascinante. I pensieri sono sempre più leggeri, come le nuvole [...]

Mesetas, 19/05/2014 
[...] vado a nanna, a risistemare i pensieri, che dopo oggi tornano a farsi più pesanti e concreti. Non sono più leggeri come le nuvole, ora sono dei veri e propri macigni, che mi pesano sul cuore [...]

Castrojeriz, 20/05/2014
[...] oggi ho pensato all'Australia. Me l'hanno ricordata le nuvole. Lo scorso anno, a quest'ora, mi trovavo a Telopea Downs, a raccogliere olive. Quando guardo il cielo della Spagna, penso alle albe ed ai tramonti del deserto australiano ed alla loro immensità. Oggi, nelle mesetas spagnole, ho rivisto la stessa immensità e naturalezza e mi sono sentita prigioniera della mia stessa libertà. Si, perchè la libertà, una volta assaporata, oltre a renderti libero, ti rende prigioniero di essa [...]

Fromista. 21/05/2014
[...] come faccio a trovare ciò che cerco se non so nemmeno cosa sto cercando? Io non so perchè sono qui. Seguo il corso della vita ed è stato lui a portarmi lungo il cammino di Santiago [...]

Bercianos, 24/05/2014
 [...] prima ho partecipato alla messa. La cosa divertente è che, quando il prete ci stava dando il pane (momento di grande sacralità) mi è caduto per terra. Anche Laura mi ha vista e ci siamo trattenute dal ridere [...]

Foncebadon, 29/05/2014
[...] Si, perchè ognuna di queste cartoline racconta una storia. Storie fatte di passi. A volte mi chiedo quante altre storie avrei potuto vivere se mi fossi fermata in altri albergues o se avessi incontrato altri compagni di viaggio. Poi, mi viene da pensare che forse, è così che doveva andare. Il cammino risucchia energie per donartene di nuove. Ti ruba il tempo per insegnarti a spenderlo [...]

Hugo, 08/05/2014 - Sunrise

sabato 12 luglio 2014

IL CAMMINO DI SANTIAGO "ed il chilometro ZeRo"

Una luna piena fa, arrivavo a Finisterre, dopo essere passata per Muxia.
Muxia mi era parsa una città fantasma e gli abitanti sembravano gipsie.
Finisterre doveva essere la fine. E lo è stata, una fine perfetta, non potevo e non volevo chiedere di più!
Il bagno nell'oceano.
Le conchiglie raccolte in spiaggia.
Il tramonto al faro.
Il sole che scendeva nel mare e la luna piena che saliva da dietro la collina, per poi andarsi ad appisolare tra le stelle.
La luce del giorno all'orizzonte lasciava un filo di colore tra il giorno e la notte.
Compagni di viaggio.
Abbracci. 
Sorrisi. Ed anche un po' di incredulità.
Si, perchè tra tutte le emozioni si faceva spazio anche lei.
Perchè credere che ce l'avessimo fatta ci lasciava un po' sbigottiti.
Perchè credere che fosse già tutto finito, ci lasciava dentro un senso di vuoto, di nudità.
Perchè, quando quel giorno, in spiaggia, osservavo l'oceano e la sua immensità, volevo, semplicemente, che non finisse.
Ho stretto al cuore ogni attimo, e di ogni attimo ne ho fatto tesoro.
Abbiamo pianto.
Abbiamo riso, e più di una volta ci siamo chiesti perchè camminassimo.
Quel giorno, quando vidi l'oceano, mi girai verso Serena e le dissi: "ora lo so".

al chilometro ZERO - Finisterre

lunedì 7 luglio 2014

IL CAMMINO DI SANTIAGO "ed i segni"

Questo post l'ho dedico a Matteo.
Fu lui il primo a parlarmi dei segni.
Mi diceva: "fai attenzione ai segnali".
Pur non capendo bene che cosa intendesse, mi misi alla ricerca di questi segnali, e come funghi, spuntarono ovunque.
Probabilmente, i segnali, sono quelle cose che nella quotidianità rimangono nascoste, che non vediamo, e che solo un occhio vigile ed attento può percepire.
Un giorno, io, Melissa, Matteo, Patcho e Jordi stavamo per lasciare l'ostello di Castrojeriz.
Poco prima di partire mi si avvicina l'ospitalero e mi chiede: "questo è tuo?".
Osservo l'oggetto che stringeva tra le mani. 
Era una conchiglia ricamata con del filo da cucire. Il ricamo era una splendida margherita bianca.
Gli risposi di no, che quell'oggetto non apparteneva a me, ma lui insistette, dicendo che l'aveva trovato sul mio letto. Ed il letto in questione, era proprio il mio.
Così, decisi che quel dono era un segno.
Una dottoressa un giorno mi disse: "ricordati, non essere mai come un fiore reciso, perchè i fiori recisi sono belli da vedere, ma non hanno radici e prima o poi moriranno".
La margherita ricamata su quella conchiglia mi ricordò lei.

Un altro giorno io, Melissa e Laura iniziammo a camminare insieme, ma, dopo aver fatto la spesa per il pranzo, ci distaccammo l'una dall'altra.
Il punto era che, se avessimo voluto pranzare, ci saremmo dovute reincontrare, perchè io avevo il pane, Melissa il tonno e Laura i pomodori.
Laura, avanti a noi, si fermò in un'area di descanso.
La vidi in lontananza. Era seduta sul tavolo con i piedi appoggiati sulla panchina.
Io che, un riposino me lo sarei fatto volentieri, vista l'ora e visto il caldo, quando la raggiunsi mi sedetti accanto a lei, ed insieme aspettammo Melissa, che non tardò ad arrivare.
Quando Melissa si avvicinò a noi, disse: "oh guardate, un quadrifoglio" e lo raccolse.
Qualche secondo più tardi, Laura chinò la testa e disse: "ragazze, ce n'è un altro". E lo raccolse.
Così, anch'io chinai la testa, e come per magia, un altro quadrifoglio era li ad attendermi.
Tre quadrifogli li per noi. Ci mettemmo a cercarne altri, ma non ne trovammo più.
Poco più tardi, da dietro la curva, ecco spuntare Matteo, con il suo inseparabile bastone ed il suo passo veloce.
Tutte tre ci guardammo, incredule.
Che fosse un segno?!

Questa volta, la scenetta si svolge a Fromista.
Serata fredda. Pioggia e vento non ci avevano lasciato tregua per tutta la giornata.
Dopo cena, io , Melissa, Laura e Matteo uscimmo per farci una bevuta.
Sapevamo che il coprifuoco era alle dieci e "puntualmente" rientrammo alle 10.15.
Ovviamente, la porta dell'ostello (che dava sul cortile) era chiusa.
Eravamo già rassegnati al fatto di dover passare una notte "al fresco", quando la porta, tutto ad un tratto, si aprì e sbucò Jordi!!!
Iniziammo ad abbracciarlo ed a festeggiare, chiedendogli come avesse fatto a sentirci!!
Lui ci rispose che non lo sapeva!
Si trovava nella sala comune, quando qualcosa gli disse di andare all'entrata!!

Laura, Melissa ed io quando trovammo i tre quadrifogli


mercoledì 2 luglio 2014

IL CAMMINO DI SANTIAGO "ed i suoi magici incontri"

Ho condiviso il mio cammino con tante persone, chi più giovane, chi più anziano di me.
Capitava di incontrarsi un po' per caso. 
Spesso capitava mentre si camminava, oppure una volta giunti all'albergue.
Ricordo che Franco, Lella e Domenico li conobbi all'accueil di Lourdes, dopo averli intravisti all'aeroporto di Bergamo.
Simone l'ho incontrai durante la prima tappa, da Saint Jean a Roncisvalle.
Ero quasi giunta a destinazione, quando sentii alle mie spalle, il rumore di pesanti scarponi.
Mi si affianca questo ragazzo che con espressione di un misto tra il serio e il divertito mi dice "ciao", e la prima cosa che pensai fu "ma c'ho scritto in faccia che sono italiana?".
Francesco avrei dovuto aspettarlo a Saint Jean, ma poi, gli diedi buca, partendo con un giorno di anticipo.
Avendo un amico in comune, ci eravamo messi in contatto prima della partenza dall'Italia.
Ci saremmo poi reincontrati a Roncisvalle, nella lavanderia, tra un panno bagnato e l'altro.
Con Melissa ho condiviso gran parte del viaggio, dopo la seconda settimana di cammino.
Ci eravamo conosciute a Roncisvalle, ma ci incontravamo solo sporadicamente.
Fu solo da Ages in poi che iniziammo a camminare insieme, giorno dopo giorno.
Serena l ha conobbi a Pamplona, durante la cena che facemmo in ostello!
L ha persi di vista dopo qualche giorno, ma ci saremmo poi reincotrate ad una decina di giorni di distanza da Santiago ed avremmo poi proseguito insieme verso Finisterre, condividendo una grande emozione alla vista dell'oceano.
Mai potrò dimenticare la prima volta che incontrai Stefania.
Camminava davanti a me con il suo bastone e cantava.
Mi piaceva starle dietro, perchè il suono della sua voce riempiva il silenzio che in quell'istante, mi circondava.
Poi sbucarono Samuele, Matteo, Laura e Giulia, l'inseparabile quartetto, che più tardi si separò.
E poi arrivarono Patcho e Jordi, dai paesi baschi. Guai a te se ti azzardavi a dire che fossero spagnoli.
Ricordo che una volta eravamo in un albergue (non ricordo precisamente dove) e l'ospitalera disse a Patcho: "ah, tu sei spagnolo". Io mi infilai nel discorso precisando che Patcho non era spagnolo, ma bensì basco.
Bè, non vi dico l'espressione di Patcho, mi fulminò con lo sguardo!! eh eh :)
Federico, Antonella, Sabina e Rosa.
Il professore olandese di cui non ricordo il nome, ma con cui camminai un'intera giornata per arrivare al monastero di Samos.
A fine giornata mi disse: "menomale che conosci l'inglese, altrimenti avremmo fatto scena muta tutto il giorno".
Sebastien, che conobbi a Roncisvalle.
Lui conosceva solo il francese e qualche parola di spagnolo. Io gli parlavo metà italiano, metà inglese, eppure con sguardi e gesti riuscivamo a capirci, raccontandoci anche confidenze.
A Sarria arrivarono anche Gian Guido e Luisa, rispettivamente il padre e la cugina di Serena.
Gian Guido capì, dopo il terzo giorno di cammino, perchè Samuele beveva sempre due birre durante la pausa. La prima era per recuperare, la seconda perchè ti dava energie per proseguire.
Claudia e Rita con i loro inseparabili cani e Fanni, che incontrammo prima di Astorga, da Daniel, il tipo che dormiva sul cucuzzolo della collina e viveva di semplicità. Stefania e Serena lo ricorderanno per il couscous, tornarono indietro per assaporarlo. :)
Poi arrivò Rossana, a Finisterre, la fine del cammino.
Condivisi con lei una parte degli ultimi giorni di permanenza alla "fine del mondo".
Ci sono stati compagni di viaggio per un giorno, a volte si condivideva anche solo una serata.
Con altri ho condiviso più giornate di cammino, con altri ancora, intere settimane.

GRAZIE

Una parte dei compagni di viaggio con i quali ho camminato.
(Santiago, 07/06/2014)

IL CAMMINO DI SANTIAGO "gli ospitaleri"

Più di una volta mi è stato chiesto: "ma dove hai dormito lungo il cammino?".
Oppure: "ma non era pericoloso?".
Dovete sapere che, il cammino di Santiago, al contrario della via Francigena, è ben organizzato e difficilmente vi capiterà di passare una notte sotto le stelle (a meno che non lo vogliate).
La "via" è piena di ostelli, che in Spagna vengono chiamati "albergue".
La parte divertente degli albergues sono gli ospitaleri, che tante volte sono volontari.
E' capitato che a Roncisvalle ci abbiamo svegliato alle 06.30 cantandoci una canzone e suonando la chitarra, mentre a Foncebadon l'ospitalero Miquel mi aveva travestita da Templare.
A Bercianos, nell'albergue parrocchiale, due fratelli in età avanzata (ma non troppo) erano gli ospitaleri.
Ci hanno cucinato la paella per cena, facendoci cantare la canzone "la bamba", però riadattata a noi pellegrini.
A Leon, siamo stati sbattuti "dentro", perchè ci eravamo nascosti in cortile per chiacchierare ancora un po' (il coprifuoco era alle 10) e la mattina, sempre la stessa signora, era venuta a "buttarci giù dalle brande".
Insomma, le storie che riguardano gli ospitaleri potrebbero non avere mai fine.

L'ospitalero Miquel a Foncebadon.
Quella sera mi aveva travestita da templare.

IL CAMMINO DI SANTIAGO "l'oceano"

Novecento chilometri e ricordi che sembrano perdersi nel passato.
In un passato che non è poi così lontano.
Ogni tanto, ci capitava di ricordare vicende successe solo qualche giorno prima, ma a noi, sembrava passata un'eternità.
Perchè in 36 giorni di pellegrinaggio, c'è una vita così piena, che nella quotidianità rimane nascosta.
Mi emozionai quando arrivai a Santiago, ma l'emozione fu ancora più forte, quando vidi l'oceano.
Probabilmente fu solo in quel momento che mi resi conto di quanta strada avessi percorso a piedi.

Serena ed io quando arrivammo a Muxia

IL CAMMINO DI SANTIAGO "istruzioni per il non uso"

Prima della partenza avevo tanto sentito parlare del cammino di Santiago.
Libri, film, documentari, video su you tube e chi più ne ha più ne metta.
Poi, d'improvviso, quando a qualcuno dicevi "vado a fare il cammino di Santiago", immancabilmente tutti diventavano dei grandi esperti, anche chi, non l'aveva mai fatto.
Erano esperti sul dove dormire, come vestirsi, cosa portarsi, quanti chilometri percorrere al giorno, da dove partire, dove arrivare e l'elenco potrebbe dilungarsi per ancora un paio di righe. Sapevano "tutto".
Mancava solo un piccolo particolare.. "l'esperienza di averlo percorso".
Che poi, esperienza o no, ognuno vive il cammino in maniera soggettiva, come accade con tutte le esperienze della vita.
Communities, blogs, siti e video che ne parlano, possono essere delle buone linee guida per partire, ma potrebbero anche non essere d'aiuto, un po' come questo post. :)

me on the way

venerdì 11 aprile 2014

DA SAPA A SANTIAGO

Ho un ricordo vago di quando 'il cammino di Santiago' è entrato a far parte della mia vita.
Eravamo a Sapa, io, Giacomo e Debora.
Sapa si trova nel Vietnam del nord, a 12 ore di treno da Hanoi.
Ricordo perfettamente la stazione dei treni di Hanoi.
Non potevo credere ai miei occhi.
Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo di 50 anni.
Sono cartoline di viaggio che non si possono descrivere, fotografie indelebili ed emozioni che toccano nel più profondo l'anima.
Sono passati quasi 7 mesi.
Sapa è un ricordo lontano, ma sempre vivo.
Ricordo che abbiamo dormito in una casetta di legno, nel sotto-tetto, su dei materassini che poggiavano direttamente sul pavimento.
Ogni materassino aveva una rete per tenere lontane le zanzare, di quelle che scendono dal soffitto.
Che dormita mi sono fatta quella sera.
Il viaggio che sto per intraprendere, inizia da li, da Sapa.
Il viaggio che mi porterà prima in Francia e poi in Spagna, è iniziato dal Vietnam, circa 7 mesi fa.
Giacomo ci raccontò di questo cammino, che un suo amico aveva intrapreso l'anno precedente.
Ci mostrò anche qualche fotografia.
In quel preciso istante io mi misi in viaggio verso Santiago.


giovedì 13 marzo 2014

COMPAGNI DI VIAGGIO

Ci sono cose che non ho mai raccontato nel mio blog di viaggio.
Avventure non scritte, esperienze non condivise.
Pezzi tralasciati, per lasciare posto ad altri post.
Ci sono parti non precisate che lasciano spazio a vuoti tra una storia e l'altra.
Avrei voluto raccontare molto di più, e talvolta, avrei semplicemente voluto essere più chiara.
Non vi ho parlato di mille ed una storia, ma ve ne ho raccontate tante altre, sempre affascinanti ed entusiasmanti.
Ho condiviso le mie avventure con tanti compagni di viaggio, incontrati qua e la, lungo la strada.
Ognuno di loro conosce un pezzetto del mio viaggio, e con ognuno di loro ho condiviso forti emozioni.
Poi ci sono loro, quelli di passaggio.. Tutte quelle persone incontrate, con le quali talvolta, si scambiano solo poche parole, ma che in un modo o nell'altro sono riuscite a rubarmi un pezzetto di cuore.
Anche di loro, non sempre ho parlato, ma senza di loro, che viaggio sarebbe stato?!


GRAZIE :)

mercoledì 12 marzo 2014

LECCION PRIMERA

La data "fittizia" si avvicina... Ci siamo!
C'è un giorno e ci sarebbe anche un'ora precisa di partenza.
Veramente ce ne sarebbero due.. due giorni e due orari di partenza.
Devo solo scegliere se partire il giorno X o il giorno Y.
C'è un itinerario, un volo e due treni, poi, una volta arrivata a Saint Jean Pied de Port si proseguirà a piedi per circa 800 km fino a Santiago (prima) e Finisterre (dopo).
Ci sono lezioni di spagnolo, che si susseguono giorno dopo giorno, con suoni tutti nuovi e pronunce che talvolta sembrano somigliarsi.
E poi ci sono blogs, communities, post e guide viaggio, da dove attingere informazioni riguardo a scarpe, zaino, indumenti, medicazioni e chi più ne ha più ne metta.
Ci sono testimonianze, racconti di viaggio e libri che ne parlano.
Ci sono video, fotografie e canzoni di sottofondo.
Ci sono volti, sorrisi e sguardi, ma anche lacrime e fatica.
Ci sono giorni passati ad allenarsi, camminando nel freddo dell'inverno appena passato e nella brezza lievemente calda di quella primavera che sta arrivando.
C'è l'emozione che da sfogo all'entusiasmo, e la paura di dubbi ed incertezze.


martedì 11 marzo 2014

COLOR PASTELLO

L'inverno è soffiato via. 
Una brezza di alito caldo è soffiato sulla nostra pelle ed i primi fiori hanno colorato la fine di quella stagione che dona tonalità pastello, ad un paesaggio che pur essendo assonnato, vive in quegli alberi nudi, spogli dalle foglie e dai frutti.
Ho camminato nel freddo di sabati e domeniche, assaporando il profumo della terra bagnata dalla pioggia e dall'umidità, pregustando i deboli raggi del sole, che hanno scaldato le mie ossa infreddolite.
Ho lasciato che colori e paesaggi riempissero i miei occhi di nuove tonalità e con lo sguardo sempre rivolto all'orizzonte lasciavo alla mia anima la possibilità di crescere, lasciandomi travolgere dall'immensità di ciò che stavo guardando.