mercoledì 18 settembre 2013

VIETNAM: DELTA DEL MEKONG e CU CHI TUNNELS

Cosa mi rimane impresso di quella prima giornata ad Ho Chi Minh, e' il volto di una vecchia nonnina, seduta sul marciapiede, proprio fuori dal mercato di Ben Thanh.

Dopo aver lasciato gli zaini in hotel, aver prenotato due tours per i giorni successivi, ed esserci rinfrescati con una bella doccia, optiamo per una passeggiata nei dintorni, essendo la sera ormai arrivata.
Il ragazzo alla recption ci dice che il Ben Thanh Market chiude alle cinque.
Guardiamo l'orologio. Le cinque sono passate da un pezzo, ma decidiamo di andarci lo stesso.
La scelta e' stata azzeccata, perche' il mercato e' ancora aperto, anche se, la maggior parte delle bancarelle sta chiudendo.
Compro una bottiglietta d'acqua da mezzo litro per ventimila dong.
A me sembra un prezzo ragionevole, ma, successivamente, mi rendero' conto della fregatura presa, perche' al supermercato una bottiglia da un litro e mezzo costa solamente settemila dong.
Uscendo dal mercato, con la bottiglia ormai vuota ancora in mano, aspettando d'incontrare un cestino per poterla buttare, una vecchietta, con indosso vestiti sporchi, il viso annerito ed il sorriso raggiante, mi indica la bottiglia di plastica che mi sto ancora rigirando tra le mani.
Gliela porgo, e lei tutta felice la mette in un grande sacco insieme ad altre bottiglie.
Credo che le raccogliesse per poi avere dei soldi in cambio. Una specie di raccolta differenziata.
Rientriamo in hotel dopo aver cenato in un locale li' vicino. Stanchi ci infiliamo subito a letto.
Il giorno successivo partiamo per il Delta del Mekong, un fiume a sud di Ho Chi Minh, dove come burattini veniamo telecomandati per tutto il giorno.
Succedera' cosi, anche per i Cu Chi Tunnels.
Marionette in mano alle guide turistiche, che ti portano dove vogliono, facendoti vedere cosa vogliono, e cercandoti di vendere il piu' possibile.
Qui, mi rendo conto di quanto il Vietnam sia povero.
Dal bus osservo le baracche, che fanno da cornice alla strada.
Le persone si riversano all'aperto ed i bambini, giocano tra la polvere ed i gas tossici dei motorini.
Non hanno il cortile, e nemmeno un parco!! Hanno poco o niente.
E' lunedi' mattina. Mi chiedo perche' non siano a scuola, ad imparare a scrivere e leggere.
Mi chiedo quanti abbiamo la possibilita' di una doccia o di un abito pulito.
L'immondizia e' ovunque, fa da contorno al tragitto che ci porta al Delta del Mekong.
Qui ci imbarchiamo su una piccola barchetta, tutta di legno.
L'acqua del fiume ha un colore marrone. Variano le tonalita', ma la tinta e' sempre quella.
Non so se sia per l'inquinamento o per il fondale fangoso.
Mi piace pensare che sia per la seconda opzione, ma il bagno li' dentro non lo farei nemmeno se mi offrissero tanti soldi.
Visitiamo diverse isolette, sulle quali impariamo a fare il miele e le caramelle al cocco, testiamo frutta esotica e liquori, abbracciamo serpenti e navighiamo a bordo di canoe, in mezzo ad alte canne di bambu'.


Il giorno seguente, siamo nuovamente a bordo di un mini-bus, questa volta diretti ai Cu Chi Tunnels.
Dal finestrino il paesaggio non cambia, rispetto a quello del giorno precedente.
Le baracche sono ancora la', i bambini anche, i motorini non mancano, ed il suono dei clacson inizia a diventare insopportabile.
I Cu Chi Tunnels, furono costruiti al tempo della guerra tra Vietnam e Stati Uniti.
Sono profondi, bui e stretti. 
E' possibile percorrerne un pezzetto.
Decidiamo di provare, trovandoci sul posto e pensando che probabilmente non ricapiteremo mai piu' da quelle parti.
Ogni cento metri c'e' un'uscita. 
L'aria, che gia' fuori e' pesante, li' sotto sembra esserlo ancora di piu', e con tutta probabilita' lo e'.
Non c'e' luce, ne aria.
All'uscita successiva decido di uscire, non me la sento di proseguire.
La guida ci spiega che durante la guerra non avevi scelta, se volevi sopravvivere, dovevi entrarci e rimanerci.


Poco piu' in la', sentiamo degli spari. Che il Vietnam sia ancora in guerra e noi ne siamo all'oscuro?
No, nulla di tutto questo, se non nella mia immaginazione.
Vicino al chiosco, dove e' possibile mangiare o comprare souvenirs, c'e' anche la possibilita' di sparare.
Cosa che io trovo assurda.
In un luogo dove un tempo c'e' stata la guerra, dove persone sono morte ed hanno lottato per rendere il proprio paese libero, permetteno ai turisti di sparare semplicemente per business e divertimento?
Rientriamo ad Ho Chi Minh a meta' pomeriggio e corriamo subito a prenotare uno sleeping bus per il giorno successivo.
Nel restante tempo decidiamo di visitare il Ben Thanh Market, e fare una passeggiata (per quanto sia possibile passeggiare, perche' i motorini occupano anche i marciapiedi) nei dintorni del distretto numero uno.

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