martedì 24 settembre 2013

VIETNAM: HANOI

Martedi' 24 settembre arriviamo ad Hanoi, capitale del Vietnam.
La giornata e' uggiosa, il cielo e' grigio e fuori piove.
Sono le otto di mattina, probabilmente e' l'ora di punta, perche' il traffico ci permette di fare solamente qualche metro ogni tanto.
Alcuni vigili urbani, cercano di ristabilire l'ordine, gesticolando con paletta e braccia e facendo suonare i loro fischietti. A me sembra che nessuno gli dia retta, soprattutto chi e' a bordo di un motorino.
Un piccolo ponte per uso pedonale, che unisce un'estremita' all'altra del fiume, e' intasato dagli scooters, e parecchi, sistemati in una fila disordinata che non ha ne' capo ne' coda, aspettano il loro turno.
Non c'e' la metropolitana. I soli mezzi pubblici urbani, sono alcuni bus di linea, anche loro bloccati nel traffico.
La maggior parte delle persone, usa una mascherina (che ripara bocca e naso) per protteggersi dallo smog.
I palazzi sono grigi, i parchi sono pochi ed i bambini giocano per strada.
Di rado si vede un asilo, incastrato tra gli alti edifici.
Il bus ci scarica per strada. Non e' un terminal, ne tantomeno una fermata.
A piedi ci dirigiamo verso il quartiere vecchio di Hanoi, che dicono sia quello piu' turistico e piu' vicino alle poche attrazioni che questa citta' ha da offrire.
Piu' ci avviciniamo a quello che sembra essere il centro, piu' gli alti edifici diventano eleganti e ben curati. C'e' meno immondizia per strada, e piu' auto che circolano.
Strada facendo incontriamo "Casa Italia", una piccola oasi in mezzo a tutto quel trambusto.
Incuriositi entriamo per vedere di che cosa si tratta.
E' la vecchia ambasciata italiana, ora riadattata a museo della Vespa e dell'Ariston.
C'e' l'angolo bar, per chi volesse un caffe' o un aperitivo, e la cucina, per chi volesse pranzare o cenare.
In piu' organizzano diverse iniziative per la degustazione di vini e prodotti tipici italiani.
Decidiamo di fermarci per la colazione, gustandoci un cappuccino (non proprio italiano) dopo la lunga nottata di viaggio. 
Nei giorni successivi faremo spesso visita a questo luogo, per assaggiare la pizza, gustarci un bicchiere di martini o di un buon vino bianco, e per cenare. 
Se siete affamati e stufi della cucina asiatica, questa potrebbe essere una tappa da non perdere. Il cibo e' ottimo.


Sfruttiamo l'opportunita' della connessione ad internet, per prenotare due camere in un hotel vicino, nel quartiere vecchio.
Piu' tardi capiremo il perche' di questo nome.
A vederlo sembra proprio obsoleto. Strade strette. Strutture vecchie. Pali della luce che stanno su per miracolo, vista la grande quantita' di fili elettrici che ci si arrampica sopra. Odori forti. Mercati ovunque. Barbieri improvvisati per strada. Scooters che fanno da taxi. Tavolini e sedie dove poter mangiare a ridosso della strada, e tra una forchettata e l'altra, butti giu' anche una grande quantita' di smog.




Arriviamo in hotel a meta' mattinata, dove ci vengono subito consegnate le camere, che scopriamo essere al penultimo ed ultimo piano di un edificio di cinque piani, senza ascensore. 
Un buon esercizio fisico per rassodare i glutei.
In Vietnam scordatevi le norme di sicurezza.
Potrete fumare nei locali, bere alcolici per strada, guidare senza cintura, non indossare il casco (o indossarlo slacciato), e negli hotels estintori e salvavita sono un optional. Proprio per questo ho rischiato di prendere la scossa a causa di un phon mal funzionante, rischiando cosi', di dare fuoco all'intero edificio.

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